Emporio solidale di Vercelli

Un argine contro la povertà

È stato un battistrada, il primo del suo genere in Piemonte, quando aprì i battenti il 1° agosto 2016, e da allora non si è più fermato. Stiamo parlando dell’Emporio della Solidarietà di Vercelli, realtà vivissima che combatte la fame delle fasce più povere della popolazione. Un progetto ambizioso e necessario che, sin dagli esordi, ha potuto contare sul sostegno fondamentale della Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli (in sinergia con Caritas Eusebiana, Comune e Provincia di Vercelli, Regione Piemonte), da subito convinta della bontà dell’iniziativa. Una bella storia di intervento sociale che prosegue speditamente, gestita nella sua parte operativa da O.S.VER., la cui presidenza è affidata a Mino Vittone:

La morsa dell’isolamento e del blocco sociale – commenta Vittone – stringe sulle famiglie a basso reddito. I primi dati, piuttosto allarmanti, arrivano proprio dall’Emporio alimentare della solidarietà. È qui che ci si rende conto di come l’espressione ‘nuovi poveri’ sia qualcosa di concreto, tangibile. E Vercelli non fa eccezione…”.

Le fonti di rifornimento per O.S.VER sono: Banco alimentare del Piemonte, Agea (CEE), donazioni da aziende e privati, acquisti diretti con fondi propri, recupero di cibo non utilizzato dalle mense scolastiche e recupero di cibo vicino alla scadenza da 7 supermercati cittadini (che a breve diventeranno 9) e qualche negozio di prossimità.
A questi canali di rifornimento vanno aggiunte associazioni, parrocchie, aziende, mense o semplici cittadini che collaborano all’iniziativa, dimostrando un’unità di intenti utile alla causa.
Gli aiuti, però, non si concentrano solo sul cibo ma anche sui problemi logistici annessi all’organizzazione dell’Emporio. Un chiaro esempio è rappresentato dai mezzi (auto e furgoni) destinati al trasporto del cibo donati in questi anni da Fondazione.

E ora qualche dato. L’Emporio della Solidarietà, esclusivamente con apporto volontaristico, assiste 725 famiglie per un totale di poco più di 2500 persone che tre volte la settimana si recano nei locali di via Laviny 67 per fare rifornimento di cibo, secondo regole legate al numero dei componenti famigliari e all’ISEE di ciascuna.
Anche le regole di accesso, però, in un periodo così drammatico, hanno accolto le nuove esigenze:

Le maglie dei requisiti per accedere al servizio – spiega il Presidente – si sono decisamente allentate, e non potrebbe essere altrimenti. Di solito ci basiamo su redditi Isee e una tessera punti. In questo periodo, tuttavia, abbiamo accantonato tutto ciò. Le famiglie che normalmente si rivolgono a noi le conosciamo, mentre a quelle nuove è evidente che la piaga ha imposto altre necessità. Si vede, insomma, che hanno bisogno di solidarietà. E noi non ci tiriamo indietro”.

Per concludere, conviene accennare alla nuova iniziativa di O.S.VER., in fase di attuazione, che potrà nuovamente contare su Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli. Si tratta di un Progetto sperimentale per il recupero di cibo, su chiamata, presso i negozi di vicinato cittadini (che si aggiungerebbero a quelli attualmente convenzionati) che vede Formater come capofila e O.S.VER. come soggetto attuatore e destinatario. Conclude Mino Vittone:

Lo spreco alimentare ha implicazioni etiche, sociali, nutrizionali e ambientali, la cui gravità è riconosciuta anche a livello europeo. La Commissione Europea ha pubblicato diversi documenti sull’argomento, inserendo lo spreco alimentare fra i temi della road map per un’Europa efficiente. Per quanto riguarda il settore agroalimentare, nella sola UE si sprecano circa 90 milioni di tonnellate di cibo ogni anno, vale a dire 180 kg a persona. Ciò è dovuto, da un lato, a fattori non controllabili dall’uomo (clima, fattori biologici) e, dall’altro, a scelte deliberate o inconsapevoli da parte dei soggetti coinvolti. Dati drammatici, su cui conviene riflettere con attenzione”.